Mi chiamo Romano, sono nato a Torino, cresciuto in Lombardia, mia madre è siciliana, ho una bisnonna sarda, un bisnonno abruzzese, vivo a Roma da 24 anni, parlo inglese, francese, spagnolo, un po’ di croato, amo la Puglia e, non si sa come sia potuto accadere, mi sento napoletano.
Paolo Romano bio attore
Parallelamente agli studi nella mia vita ho fatto un po’ di tutto: cameriere, barista, aiuto cuoco, traslocatore, imbianchino, falegname, operaio, P.R nelle discoteche, animatore, stewart, istruttore di tiro con l’arco, modello e tanto altro. Ma andiamo con ordine.
Sono nato a Torino nel 1970 e abbiamo vissuto in via Filadelfia fino al 1976, anno dell’ultimo scudetto granata. Nel 1976 ci siamo trasferiti nella capitale della verde Brianza: Cantù.
Sono cresciuto tra falegnami, basket, ed un “buon e sano” provincialismo. Quando si è ragazzi, si sa, basta poco. Il mio rapporto con il teatro nasce intorno ai 17 anni, dopo aver visto una commedia di Feydeau nel cineteatro di Cantù. Nel cast c’era una cara amica che con mia grande sorpresa si trasformò letteralmente. Attrazione, sgomento, curiosità furono le prime sensazioni.
Decisi che volevo saperne di più. Così mi avvicinai alla compagnia del paese dove, ironia della sorte, c’era un posto vagante. Cominciai così un lungo, faticoso, tormentato ma interessantissimo percorso teatrale, fatto di dure prove e regole severe. L’arte teatrale e il rispetto per il lavoro ci venivano insegnati da un signor Regista di nome Bernardo Malacrida. Posso dire sia stato il mio primo maestro.
Nell’estate del 1989 un amico mi chiese di sostituirlo in un villaggio turistico per un mese. Non ero mai stato in un villaggio turistico e così, senza avere idea di cosa mi aspettasse, partii. In un attimo mi trovai catapultato su un palco ad improvvisare serate di cabaret con dei veri e propri maestri della risata. Questa esperienza, che per anni ho rinnegato, è stata fondamentale, credo che mi abbia fornito i tempi comici e una capacità di improvvisare che tutt’ora uso nel mio mestiere.
Appena tornato a casa cominciai a leggere testi teatrali e mi iscrissi ad una scuola di recitazione privata, il CTA di Milano. La frequentai per due anni, ma non mi bastava era solo due volte a settimana. La mia fame di teatro aumentava sempre più. Decisi di confrontarmi con qualcosa di veramente importante. Mi presentai alle audizioni di tre tra le più rinomate scuole di recitazione d’Italia: la Filodrammatici di Milano, la scuola del teatro stabile di Genova e la Paolo Grassi di Milano. Con mio grande stupore mi presero tutte e tre.
Mi diedero solo 48 ore per scegliere. Scelsi la Paolo Grassi di Milano. Sono tutt’ora contento di aver fatto quella scelta. Era il 1994 e per quattro lunghi e intensissimi anni mi sono chiuso nella “Civica Scuola d’Arte drammatica Paolo Grassi” di Milano. Proprio quella fondata da Giorgio Strehler.
Mi sono diplomato nel 1998. Milano non mi offriva molto dal punto di vista teatrale ed io ero stufo di girare solo spot pubblicitari (ne ho girati circa 200 in giro per l’Europa). Decisi di cambiare o se non altro di provare. Si va a Roma, la capitale! Era il 1999.
I primi tempi sono stati traumatici, non avevo amici, non parlavo con nessuno e sembrava che in questa città nessuno si accorgesse di me. Ma tenni duro e finalmente venni preso nella compagnia teatrale “la Comunità” diretta da Giancarlo Sepe, un altro grande Maestro.
Dopo tre anni di tournée, mentre stavamo provando il nuovo spettacolo, la chiamata dalla Rai. Mi volevano come protagonista al fianco di Franco Castellano e Agnese Nano per una serie TV intitolata “Saro’ il tuo giudice”.
Da li ho cominciato a fare televisione: “Cuori rubati”, “Vento di ponente”, “Il maresciallo rocca”, “Tutti i sogni del mondo”, “Ho sposato un calciatore”, per anni ho girato con la TSI (Televisione Svizzera Italiana) una serie dal titolo “Affari di famiglia” un vero successo nel Canton Ticino con 50% di share. Nel 2005 sono entrato in una delle serie più amate della televisione italiana, “ Incantesimo”.
Mi sono fermato per 3 anni in quella che era come una famiglia per me “la Clinica Life”. Devo ad Incantesimo 8-9-10 la fortuna di avermi fatto interpretare quello che tutt’oggi rimane uno dei personaggi che ho amato di più: Aldo Dessì, infermiere gay, poliedrico, sensibile, amante dell’arte e istrionico.
E poi il cinema con Ozpetek “Cuore sacro”, Eros Puglielli, cortometraggi, mie regie, nel 2004 sono stato 3 mesi nello Yemen dove ho girato un film indipendente inglese “A new day in old Sanaa” che ha vinto il premio Best Arabic movie al Cairo Film Festival 2005!
E poi ancora tante serie Tv come Don Matteo, Medico in famiglia, I Cesaroni, Distretto di polizia, Rosso san Valentino, tutta la musica del cuore, Luce dei tuoi occhi, mentre ero via, (vi rimando alla pagina del curriculum, lì troverete tutto elencato per anno).
Nel 2006 ero “don Lorenzi” nella miniserie Tv “Papa Luciani” con il grande Neri Marcorè per la regia di Giorgio Capitani. Nel 2008 ho girato un Tv Movie a cui sono molto legato “So che ritornerai” per la regia di Eros Puglielli con un grandissimo Giancarlo Giannini.
Ma torniamo ai giorni nostri.
Da qualche anno sono entrato nella serie Tv più longeva d’Italia “Un posto al sole” dove sto tutt’ora interpretando un personaggio di cui vado molto fiero.
Eugenio Nicotera, magistrato integerrimo che incarna molti dei miei ideali e parallelamente sono Alberto Lussi, padre severissimo di Maggie e Bianca in onda tutti i giorni su Rai Gulp, una serie che sta spopolando tra i giovanissimi.
Dal 2013 ho cominciato una collaborazione col Teatro Stabile del Giallo di Roma. Quella che doveva essere una semplice sostituzione mi ha visto legarmi a questa compagnia di ventennale esperienza. In quattro anni sono stato il protagonista di ben 10 spettacoli. Nel 2019 sono stato il protagonista di “Arsenico e vecchi merletti, al fianco di due grandi attrici come Giulia Lazzarini e Annamaria Guarnieri.
Ormai vivo a Roma da 24 anni, amo leggere, emozionarmi al cinema, il tango argentino, la corsa, il nuoto, il calcio (da anni gioco con l’Italiana Attori), il mare, la montagna, il vino rosso… quello che odio invece non ve lo dico, ma se capiterà di incontrarci ve lo dirò di persona.